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Per prima parlo io, come sempre! Mi presento sono Selene, casalinga frustrata, moglie del già sopracitato Andrea, martire ancor prima di perire e mamma di Emma, cucciolo di bipede dall'ancora piccola taglia. L'idea del blog viaggiante è stata mia ma si prospetta un lavoro a 4 mani, anzi a 6. Hola io sono Andrea: papà marito autista e uomo di fatica delle nostre spedizioni. Aiuterò la mia signora con dritte pratiche e dando la mia opinione dove mettere qualche paletto..... Buona lettura e buon viaggio!!!

sabato 30 dicembre 2017

Usa 2015: Monument Valley - Moab

Come nostro solito cerchiamo di alzarci presto per vedere l’alba, che insomma, in albergo che si chiama The View promette bene ma non siamo fortunati come la sera precedente con l’arcobaleno perciò, mesti, ci dirigiamo in sala colazioni dove con calma gustiamo la colazione Navajo, esclusa dal prezzo della camera, per altro.
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Svolte le operazioni di check out velocemente, si sa che i nativi non vanno tanto per le lunghe, ci mettiamo in strada: destinazione finale Moab ma la giornata si prospetta invece bella ricca di tappe intermedie.
Come prima sosta fotografica, il programma prevede Mexican Hat, località poco distante dalla Monument Valley e spesso presa in considerazione come base di appoggio per la visita della valle. L’unica attrattiva è appunto il cappello da messicano: una roccia che ricorda vagamente un sombrero.
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 Prima però di giungere a Mexican Hat non possiamo non fermarci sul rettilineo più famoso del West: alle spalle, o di fronte a seconda da dove la si guardi, la Monumet Valley, per fare un sacco di foto più o meno serie!
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Torniamo però al programma del giorno: dopo queste due brevi soste puntiamo dritti al trittico di Mexican Hat, un triplete di attrazioni paesaggistiche una meglio dell’altra. Composto da Goosneck State Park, Muley Point e Valley of the Gods, del quale mi sono innamorata.  
Il primo è un parco statale, richiede perciò un pedaggio non incluso nell’annual pass e l’attrazione principale consiste in un view point su una doppia ansa che il fiume San Juan compie proprio sotto lo strapiombo. 
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Una specie di Horseshoe band più piccolo e moltiplicato 2. Muley Point, invece, è un meraviglioso balcone che affaccia sulla Monumet Valley. Per raggiungerlo bisogna arrampicarsi con l’auto su per una stradina sterrata e un po’ esposta ma direi nulla di infattibile. Da lassù però il panorama è da triplo WOW. Personalmente lo potrei paragonare a qualche bel panorama di Canyonlands, che vedremo tra qualche ora.

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La Valley of the Gods invece è stata una rivelazione. Una piccola Monumet ma senza il macello di gente che invece si trova nella valle più famosa. Non un auto incrocia in più di un ora di cammino. 
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In compenso abbiamo avuto la fortuna di notare, proprio in mezzo alla strada, una bella, grande e pelosa tarantola. Terrorizzati l’abbiamo fotografata da modeste distanza e abbiamo poi cercato di farla spostare  a bordo strada per evitare che qualcuno la investisse, senza esito. La poverina, forse più spaventata di noi non si è mossa di un palmo e noi di andarle vicinissimi a spingerla proprio non ne avevamo intenzione.

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Al termine di questa magnifica strada dai panorami memorabili ci siamo rimessi sulla UT 163 direzione Moab. Breve sosta ad un info center per sincerarci sulle condizioni meteo e stradali e ci dirigiamo a Canyonland, uno dei miei parchi preferiti. Emma addormentata sul sedile posteriore inizia a dare segni di malessere che più o meno volontariamente ignoriamo. 
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Come primo approccio a questo immenso parco ci fermiamo a Dead Horse Point State Park per ammirare il paesaggio. Qui è stata girata l’ultima scena del film Thelma e Louise, quella in cui le due amiche decidono di buttarsi con l’auto per sfuggire alla polizia. Non mi ripeterò dicendo la meraviglia che si prova e trova affacciandosi su questa immensità.

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Emma nel frattempo ci attende in auto, scopriremo poco più tardi, febbricitante. 

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Essendo però una piccola faina da viaggio non si lamenta e, determinata come non mai, va al visitor center a chiedere info sul programma Junior Ranger che purtroppo non riuscirà a terminare per questioni di tempo. Allunghiamo fino a Mesa Arch per qualche foto, peccato solo che ci sia foschia e un po’ di pioggerellina.

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L’obiettivo della giornata però è portare a casa lo Shafer Trail e Potash road, magari con deviazioni a Musselman Arch, se il tempo tenesse. Ripassiamo dal Visitor Center per capire la situazione last minute della strada e, ricevuto l’ok del ranger, ci buttiamo giù per l’avventura. L’idea che mi ha dato lo Shafer Trail dall’alto è un po quello dei gironi danteschi: ripidi e sempre più stretti.

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Capiremo ben presto che questa però non è la parte complicata della faccenda. Giunti al bivio tra Potash e la White rim road ci facciamo coraggio e, pensando che non torneremo presto in queste zone, deviamo per la White rim fino appunto al citato Musselman Arch. 

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La pioggerellina continua a cadere, fina ma incessante e un po’ rompiballe, direi al punto che dopo qualche foto ci risediamo in auto e facciamo retrofront verso la Potash Road. E qui viene il bello: tutti i guadi sono “asciutti” forse meglio dire secchi ma la roccia esposta tutt’altro facendo si che, come si dice a Spezia diventi bella “lepegosa”, scivolosa per capire. Il nostro Cherokee non è 4WD e il Faina si divertirà non poco a portarci fuori da li. Ci fermiamo per una sosta foto nei pressi di un ansa del fiume Colorado, la solita visibile dal dead horse point, situato proprio sopra la nostra testa, ma da quaggiù non pare più di essere in Usa: la fitta vegetazione lungo il fiume mi ricorda di più quelle foto che spesso si vedono del Sud-Est asiatico. 

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Duesto punto in poi la strada si fa più semplice e quando raggiungiamo la vasche blu di potassio siamo praticamente usciti da una delle strade più belle mai percorse. Incrociamo anche il bivio per il Corona Arch ma non possiamo più ignorare che Emma non stia bene, in più inizia a far sera meglio è tornare a Moab per cercare il nostro Kokopelli Lodge, alberghino carino, sporchetto a dirla tutta, senza colazione ma tutto sommato non troppo caro.

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Per cena decidiamo di restare vicini all’albergo e scegliamo il Moab Diner con classici hamburger e patatine. A letto prestissimo previa Tachipirina… siamo a 39 di febbre!

SPESE DI GIORNATA

Colazione 19$
Benzina 20 $
Mc Donalds 15$
Goosneck State Park 5$
Dead horse point SP 10$
Pernottamento Kokopelli 89€
Moab Diner 40$
City Market 37$
TOTALE SPESE DI GIORNATA
252$

TOTALE SPESE VIAGGIO
€ 5826,46


Usa 2015: Grand Canyon N.P. - Monument Valley

Dopo una bella e rilassante dormita e ancor prima che sorga il sole siamo già in macchina, sotto un cielo che non promette niente di buono. Imbocchiamo la Desert View Drive in senso opposto rispetto al giorno precedente, direzione Monument Valley. Attendo da una vita questo giorno e nutro grandi aspettative. Prima di uscire dal Parco incontriamo qualche bestiola a bordo strada e non manchiamo di scattare foto alla pioggia che lontano, sul Canyon, disegna il panorama.

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Quando iniziamo ad intravedere i primi butte non sto più nella pelle... faccio fermare il Faina ogni  tre per due e scatto, scatto scatto... per la gioia di amici e parenti che dovranno sorbirsi il reportage al rientro... prima di arrivare all’hotel paghiamo la tassa Navajo. Arriviamo al The View e proviamo a fare il check in ma è davvero troppo presto e veniamo rimbalzati.

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Decidiamo allora di buttarci “dentro” il panorama con il nostro Cherokee bianco che dopo questo giorno bianco non sarà più e che dire che possa essere spiegato a  parole? Percorriamo tutto il giro facendo sali e scendi dalla macchina per scattare millemila foto.

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Momento clou della giornata quando, girando una curva, intravediamo da lontano la sagoma di un quadrupede che ci cammina incontro! Ovviamente accendo la macchina fotografica e la batteria decide che per lei la giornata è finita così inizio a cercare quella di ricambio, che non trovo. Il faina 
mi esorta ad accelerare prima che “la bestia” scappi… trovo la batteria… la monto… metto a fuoco… e……è un cane! Solo un piccolo cane neppure tanto bello, a dirla tutta che scodinzolando ci guarda, ci schifa, gira le chiappe e se ne ritorna dentro al recinto di quelle che credo fossero due casette di indiani! Molto bene… delusi da quella che sembrava l’avvistamento dell’anno ripartiamo e mestamente continuiamo a fare foto al panorama: quello almeno è autentico e stupendo!

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Una volta terminato il percorso riemergiamo e pranziamo con… no, non ve lo dico, tanto sapete con che cosa e controlliamo l’ora: ancora troppo presto. Risaliamo in macchina e ci dirigiamo verso il Goulding Lodge, il primo e storico hotel costruito all’interno di questa meravigliosa area.

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 Passeggiamo nei dintorni, visitando anche il piccolo museo, facciamo un po’ gli stupidi sul calesse posto all’esterno e quando il cielo inizia a diventare nero riprendiamo la strada del The View. A questo punto saranno ormai almeno le 17 e per accedere all’hotel la fila di auto incolonnate per pagare la tassa navajo è notevole. Preghiamo che non inizi a diluviare proprio nel momento in cui dovremmo sbarcare i bagagli ma ovviamente… inizia a diluviare! Rallegro il faina e figlia dicendo loro che a breve avremmo assistito ad uno spettacolare arcobaleno perché io, si sa, di meteo me ne intendo! Ovviamente mi perculano e bagnati fradici prendiamo possesso della nostra camera.

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Entriamo. Appoggiamo il bagaglio. Apriamo le tende e……

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Selene 1 Faine diffidenti 0!!! Lo spettacolo è assoluto: la ciliegina su una torta già di per se meravigliosa! Restiamo in contemplazione quasi fino all’ora di cena mangiandoci le mani per aver dimenticato di comprare due birrette lungo la tappa (qui in terra Navajo non si vendono alcolici). Ceniamo al ristorante dell’hotel con piatti tipici Navajo e prima di rientrare in camera ci fermiamo nella Lobby a scroccare un po’ di WI FI che paradossalmente con quello che costa sto posto non arriva nelle camere.

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Proviamo a buttare gli occhi fuori in cerca di un bel cielo stellato:  purtroppo è coperto e non concede un grande spettacolo.  Speranzosi nell’alba ci addormentiamo sereni.



SPESE DI GIORNATA

 Benzina 19 $
 Merenda 2$
 Cena Navajo The View Restaurant 52 $
 Calamita 3$
 Pernottamento The View 170 €

TOTALE SPESE DI GIORNATA
 255 $

 TOTALE SPESE VIAGGIO
 € 5574,46

Usa 2015: Page - Grand Canyon N.P.


Quest'oggi dopo una colazione a base di pancake, uova, bacon e succo di frutta si parte in direzione Grand Canyon. La strada da percorrere non è molta, solo un 180 chilometri per raggiungere il re dei Canyon, quello che chiunque ha già sentito nominare almeno una volta.

Oggi guido io: che si sappia e non si dicano cattiverie sul mio conto in giro!!!



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 Poco dopo il bivio per Tuba city incontriamo una specie di riserva (paghiamo pure 5$ di ingresso) che conduce ad un bel view point e dove troviamo svariati banchetti di nativi. Acquistiamo qualche acchiappa sogni da regalare e il Faina s'innamora di un tomahawk in miniatura che eleggeremo l'oggetto trash di questo viaggio (per chi non lo sapesse da ogni viaggio portiamo un oggettino trash da mettere sulla cappa della cucina che nel tempo è diventata una piccola bottega degli orrori!)

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 Pochi chilometri dopo aver varcato l'ingresso facciamo la prima delle numerose soste ai view point che questo parco offre: Desert View Tower.

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 Questa zona è caratterizzata dalla presenza di una torre di guardia affacciata proprio sul Rim. Visitiamo la struttura e girovaghiamo nei dintorni prima di avviarci al Visitor Center per raccogliere info utili al conseguimento dell'ennesimo distintivo da Junior Ranger al quale, anche in questo caso, dovremo rinunciare per scarsità di tempo. Nel frattempo non possiamo non notare l'infinità di turisti variopintamente abbigliati che affollano ogni luogo e la sensazione di soffocamento inizia a pervadermi, e si che siamo in bassa stagione! Proseguiamo direzione Canyon Village dove abbiamo prenotato il nostro hotel, Maswick Lodge che, vista l'ora, non è però ancora disponibile al check in. Parcheggiamo l'auto in modo decente nell'affollato parcheggio che però non manca di regalare scorci bucolici fatti di cervi e lepri (conigli???) pascolanti.

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 Raccogliamo quindi le nostre vettovaglie e ci dirigiamo poco distante alla fermata della navetta, direzione Hermits Rest per iniziare un trail composto di vari saliscendi dal bus e passeggiate bordo Rim programmate in base a ciò che avremmo voluto vedere. La nostra prima fermata sarebbe dovuta essere The Abiss che però troviamo chiusa per lavori, scombussolandoci tutto il programma. Tiriamo lunghi sino al capolinea dove all'ombra di un bell'alberone nodoso consumiamo “Il pranzo” sotto l'occhio attento di un corvaccio pronto ad avventarsi su ogni briciola caduta. Passeggiamo tutto il pomeriggio lungo il sentiero che corre proprio sul bordo del Canyon, annoiandoci anche un pochino: il panorama è si meraviglioso ma un tantinello ripetitivo motivo che forse non ci farà amara questo parco alla pazzia.

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Rientrati all'hotel in orario utile al check in l'addetto si accorge di aver fatto un casino con le prenotazioni e si scusa mille volte per aver dato via la nostra camera. Prontamente ci assegna le chiavi di una stanza più grande e più vicina alla lobby. Un po “dispiaciuti” per l'accaduto accettiamo questo Upgrade e ci ritiriamo nelle nostre stanze.

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Dalla camera, sorseggiando Blue Moon abbiamo modo di vedere anche un paio di cervi che gironzolano proprio sotto la finestra mentre Emma si concede un bagno pieno di bolle nella vasca.

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 Prima che il sole tramonti torniamo sul Rim per goderci gli ultimi raggi e perchè no, buttare pure un occhio ai ristoranti e acquistare la nostra calamita.

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 Stanchini alla fine decidiamo di cenare al self service del nostro hotel. La qualità della cena lascia un po perplessi ma infondo siamo di bocca buona e ce la facciamo andare bene. Come sempre andiamo a letto prestissimo, non prima però di aver visto un po di NFL: è giovedì oggi!!!



SPESE DI GIORNATA

Ingresso riserva non ufficiale 5$
Acchiappasogni + tomahawk 30$
Calamita 4$
Cena Self Service Maswick Lodge 25$
Maswick Lodge 114$

TOTALE SPESE DI GIORNATA
 € 178$

TOTALE SPESE VIAGGIO

€ 5319,46

giovedì 23 febbraio 2017

Usa 2015: Giorno 8 Bryce Canyon NP - Page

Animali svegli le Faine! Quando fuori ancora fa  buio saltano giù dalla branda ansiosi di vedere un'altra indimenticabile alba a stelle strisce! Ok questa è la versione che mi sarebbe piaciuta. In realtà IO sono sveglia a buio mentre l'Original Faina e creatura se la dormono alla grande e mi insultano in coro quando cerco di svegliarli al grido di BASTA ALBE! Ma che vuoi, già che sto Bryce c'è piaciuto tanto non si può mancare di vederlo sotto la luce migliore. Tiriamo fuori dalla valigia l'abbigliamento adatto alla scalata dell'Aconcagua perchè misteriosamente siamo passati dalla temperatura da piscina  a quella da Pinguino schiaffeggiante e raggiungiamo Inspiration point un po prima che il sole esca. L'aria è....tanta e pungente:  balzellon balzelloni mi metto con un sorriso 32 denti proprio attaccata ad un tipo che sfoggia treppiede grande come una Sequoia e cannone largo come la bocca del Krakatoa... mi dico che se uno super attrezzato così si è piazzato li, a bordo Rim anziché salire in alto sulla terrazza ci sarà una ragione. I miei familiari iniziano ad insultarmi perchè il freddo è davvero pungente ma soprattutto il vento taglia la faccia. 

Quando però il sole inizia a spuntare infuocando l'anfiteatro di roccia proprio sotto di noi non possono che ricredersi e meravigliarsi, una volta ancora, di quanto la Natura possa essere prepotentemente strepitosa. 




Scattiamo un bel po' di foto e quando le dita non riescono più neppure a sganciare il cavalletto dalla macchina rientriamo all'hotel per la colazione. Qui incontriamo un paio di coppie milanesi con il quale scambiamo qualche parola sui rispettivi viaggi, rimanendo per l'ennesima volta imbarazzati dalle cialtronate che le agenzie di viaggio riescono a proporre.
Il sole splende e la temperatura inizia a farsi gradevole quando raggiungiamo il BLM di Cannonville tutti ansiosi di iniziare la Cootonwood Road; purtroppo la signora dell'ufficio ci tarpa le ali dell'entusiasmo dicendoci che a causa delle forti piogge cadute la strada è, si asciutta, ma danneggiata seriamente e necessiterà di qualche mese, probabilmente, per essere rimessa a posto. Un po delusi (non è vero, parecchio delusi) torniamo indietro e ci facciamo tutto il giro del mondo per arrivare a Page. Arriviamo poco prima di pranzo e proviamo ad effettuare il Check in al Quality Inn ma la simpaticissima receptionist nativa mi rimbalza dicendomi che è troppo presto. Cerco di darle un'altra chance chiedendole informazioni sulla strada per raggiungere il Lower Antelope Canyon ma candidamente mi risponde che NON LO HA MAI SENTITO NOMINARE... va bhe, me ne vado veloce per evitare gli insulti. Ci fermiamo in un Wallmart ad acquistare pane in cassetta, cheddar e finto prosciutto, as usual, e siccome avevamo calcolato male i tempi, credendo di arrivare nel pomeriggio e l'appuntamento per l'Upper lo abbiamo per il mezzogiorno del giorno successivo, decidiamo di puntare al Lower cancellando l'altro cosicché l'indomani potremmo partire da Page presto in direzione Gran Canyon e godere di una giornata quasi intera (ditemi che mi sono spiegata e che non ho capito solo io il ragionamento?).

 Pranziamo nel parcheggio dopo aver pagato 8$ di tassa Navajo e subito dopo ci incamminiamo assieme ad una guida poco più che maggiorenne e decisamente simpatica per gli standard all'ingresso del Canyon. Una menzione speciale va alla sposina cinese in infradito e vestito più velo coordinato in Chiffon che ci ha deliziato per tutta l'ora del tour con pose da diva (o da malata di mente), da noi ribattezzata la regina di Saba. 

Inutile dirvi quante millemila foto abbiamo scattato tra macchina fotografica e telefono. L'esperienza è stata bellissima, l'ambiente unico nel suo genere ed estremamente suggestivo, peccato per l'eccessiva folla che proprio mi ha messo le mani nel sangue. 





Quando riemergiamo dalle viscere del deserto indovinate chi manca all'appello? Esatto proprio lei che sarà rimasta a scattare qualche foto idiota come tutte quelle che ha fatto nell'ultima ora. 

Ciò scatena l'ira funesta della giovane guida che si rituffa giù per le scale urlandole di ogni per farla uscire. Ahhhh, i cinesi...!!!
Quando risaliamo in auto sono ancora le 13 o poco più perciò non perdiamo tempo e, siccome lo avrete già capito, siamo particolarmente atletici (soprattutto io) decidiamo di andare con il sole a picco a vedere l'Horseshoe band, l'iperfotografata ansa a ferro di cavallo che compie il fiume Colorado. Non sto a dirvi cosa mi sono insultata da sola durante la salita alla ormai famosissima collinetta di sabbia. Certo che poi, una volta li, a strapiombo sul fiume il panorama è davvero uno SPETTACOLO. 


Il Faina un po infastidito dall'altezza non si sporge molto mentre io e Emma andiamo a posizionarci per qualche foto di rito. Restiamo a contemplare il paesaggio per un bel po di tempo poi torniamo in hotel. Quando  provo a rieffettuare il check in la simpaticona mi dice che senza voucher (lo ammetto l'ho perso ma può capitare) non può darmi la camera. Fortuna che ho tutto salvato su una chiavetta. Con la massima disponibilità che possiate immaginare mi concede di utilizzare un pc per cercarla, poi ci consegna la chiave della stanza. Il nostro hotel gode per il 98 % delle camere di una splendida vista su Lake Powell ma la gentile signorina, sono certa l'abbia fatto apposta perché in giro non c'è un anima, ci sistema su una strepitosa ed enorme, lo ammetto, camera vista parcheggio che, come se non bastasse, è in via di asfaltatura inondando la stanza di un inebriante profumo di bitume.


Terminiamo il pomeriggio con un bel bagno in piscina e due blue moon dopodoccia. Prima di incamminarci su per la Mainstreet in cerca di un posticino per la cena facciamo anche un salto su un'altura per godere del tramonto sopra Lake Powell.




 In realtà il posticino lo abbiamo già adocchiato  nel pomeriggio passando da li, quando gli affumicatoi pompavano a mille. Ovviamente sto parlando del più volte citato qui sul forum Big John's Texas BBQ.




Ceniamo con Pulled pork, Ribs e un sacco di fagioli che mi fanno immediatamente sentire Bud Spencer. Emma ancora oggi ricorda con piacere la carne ma soprattutto il complesso che sul palco  ha cantato Ring of Fire di Jhonny Cash, la sua colonna sonora USA. Rientriamo rotolando in albergo e dormiamo beatamente come bambini per tutta la notte!

SPESE DI GIORNATA

Benzina 27 $
Wallmart 23$
Tassa Navajo 8$
Lower Anteope Canyon 70$
Big Jhon's Texas BBQ 77$
Quality Inn Lake Powell 80€
TOTALE SPESE DI GIORNATA
€ 266,27

TOTALE SPESE VIAGGIO
€ 5157,03